Resoconto

 

LA TAILANDIA

Letteralmente Tailandia significa: “Terra degli uomini liberi”, infatti questo paese può vantarsi di non aver mai subito alcuna dominazione straniera! Di questo i tailandesi vanno molto fieri senza arroganza, anzi: sorridenti, amichevoli, gentili e sereni sono gli aggettivi che meglio li descrivono. Conosciuta nel passato col nome di Siam, questa penisola è divisa in 79 provincie che presentano notevoli  differenze culturali, culinarie, paesaggistiche e climatiche. Da secoli questo paese è retto da una monarchia parlamentare e la popolazione porta un enorme rispetto verso la famiglia reale; i giorni di compleanno del re e della regina sono festività nazionali ed è vietato parlare in modo negativo dei regnanti. Pur essendo uno dei paesi più sviluppati del sud-est asiatico, l’arretratezza economica e infrastrutturale è evidente, eccetto nelle grandi città coincidenti con le principali mete turistiche. La religione principale è il buddismo, con minoranze musulmane e cristiane. La religione buddista è estremamente affascinante e condiziona molto lo stile di vita delle persone; i monaci sono figure importanti, rispettate e molto amate.

LA MIA ESPERIENZA

Per sei mesi ho vissuto nella provincia di Trat, nella zona centro-meridionale, al confine con la Cambogia. La mia famiglia ospitante era composta da padre, madre, sorella di 16 anni e fratello di 12. I miei rapporti con la famiglia erano difficili; la diversità culturale è enorme e lo stile di vita completamente diverso. Un problema da me sottovalutato è stato quello della lingua; non avendo studiato il thailandese qui in Italia è stato per me uno shock scoprire che l’inglese, nella mia zona, veniva parlato da pochissime persone. All’inizio la comunicazione verbale era quasi inesistente, anche con gli altri studenti a scuola era difficile farsi capire e necessitavo sempre di una persona al mio fianco per le traduzioni.

Dopo circa tre mesi capivo, parlavo, leggevo e scrivevo il tailandese a un livello abbastanza buono. I miei insegnanti e specialmente i miei compagni di scuola si sono presi cura di me in modo commovente.  La scuola tailandese e quella italiana non sono comparabili; le medie e le superiori sono unite in un percorso che dura sei anni e non ci sono differenziazioni dei corsi di studio (licei, istituti tecnici ecc.), se non particolari corsi in inglese tenuti da insegnanti non tailandesi.

Il clima che si respira è rilassato, giocoso, il rapporto tra insegnanti e alunni è quasi come quello tra genitori e figli, i “test” si possono ripetere sempre uguali fino a che non si superano, nelle aule si entra scalzi, ci sono due tipi di divise (quella tradizionale e quella sportiva), le lezioni durano dalle 8 alle 16 ma con circa 10 minuti di pausa tra una lezione e l’altra e ogni mattina tutta la scuola si riunisce per fare l’alzabandiera cantando l’inno nazionale seguito da una preghiera. Le differenze sono molteplici e la lista sarebbe interminabile: ogni giorno scoprivo   qualcosa di diverso ogni giorno.

La mia vita relazionale si svolgeva principalmente a scuola. Grazie ad AFS ho potuto fare delle esperienze fuori dalla mia comunità che mi hanno aperto gli occhi sulla bellezza della diversità. Per esempio,  ho frequentato un campo di massaggi nella città di Ayuttaya, ho passato 4 giorni in meditazione in un tempio, ho vissuto 2 settimane a Bangkok ospitata dalla famiglia di una mia amica.

L’esperienza nel complesso è stata meravigliosa, utile per la mia crescita personale: sono cambiata grazie alle difficoltà e alla capacità di resistere e di adattarmi a un nuovo ambiente e a una nuova comunità. Ora sono arrivata al punto da considerare la Tailandia come una casa nella quale vorrei al più presto tornare.

 

Martina Mion

 

Martinamion3@gmail.com