Resoconto

Introduzione

Gli studenti di scambio assieme sul lago di Neuchatel
Gli studenti di scambio assieme sul lago di Neuchatel

Durante l’anno scolastico 2011 e 2012 ho vissuto e studiato in Svizzera grazie ad un programma di scambio interculturale che ha organizzato il mio soggiorno. Per intraprendere questo viaggio nei mesi precedenti avevo partecipato a una selezione di studenti da tutt’Italia desiderosi di partire per immergersi in una nuova cultura ed in una nuova situazione. L’associazione che promuove questi viaggi, l’AFS, o Intercultura in Italia, seleziona famiglie volontarie in moltissimi paesi del mondo e alle quali vengono affidati gli studenti per tutta la durata del loro soggiorno. Le condizioni che permettono a queste famiglie di ospitare gli studenti non sono molte molto restrittive, certo, la selezione è rigida, ma le famiglie che si offrono volontariamente per ospitare un adolescente in casa loro, e quindi mantenerlo, sono generalmente famiglie con una mentalità molto aperta, adatta a questo programma; sono famiglie interessate allo scambio culturale e, pur non ricavandone alcun profitto, al futuro del loro ospite. Le famiglie che  aderiscono  sono quindi le migliori per accogliere gli studenti stranieri.

La mia cara famiglia

La famiglia che mi ospita ha quattro componenti: la madre, di origine argentine e trasferitasi in Svizzera a venticinque anni, il padre, d’origine svizzero-tedesca, trasferitosi nella parte francese anche lui a 25 anni, due figlie, la più giovane di quattordici anni e la seconda della mia età. Inoltre, poiché è una famiglia impegnata nel settore sociale, accolgono anche due bambini con alcuni  problemi comportamentali. La mia famiglia ospita uno studente (me) per la prima volta, ma, la figlia più grande ha già partecipato al programma di scambio culturale per un anno negli USA.

Il costo della vita in Svizzera

Sono in Svizzera da quasi un anno e ricordo ancora che, appena  atterrato a Zurigo, mi sono reso conto che la vita in questo paese è estremamente costosa per gli standard italiani, anche tenendo conto che Zurigo in particolare è una delle città più care della Svizzera. L’impressionante costo della vita in Svizzera  è dovuto all’altrettanto impressionante prodotto interno nazionale, uno dei più alti al mondo, nonostante la superficie geografica e la popolazione siano limitate. Sfortunatamente il costo della vita in Svizzera  ha limitato a volte il potenziale di questo viaggio, non potendone godere di ogni suo aspetto e possibilità a causa dei costi eccessivi. Per esempio, una bibita in un bar costa mediamente 6 franchi svizzeri, l’equivalente di 5 euro e un film al cinema costa circa 15 franchi, 13 euro, spese che non posso permettermi spesso. Nonostante tutto questo possa aver limitato l’accesso a questa nuova cultura, ho tuttavia imparato che molto di ciò che consideravo indispensabile, in realtà non lo era, e che potevo essere felice anche con poco. Infatti, molto di ciò che potevo permettermi in Italia, è troppo costoso per me qui in Svizzera. Durante tutto l’anno ho quindi cercato di ridurre le spese al minimo e di ottimizzare quelle invece necessarie. Il programma Intercultura prevede che sia la famiglia ospitante a pagare la maggior parte dei miei costi, quali i trasporti e i pasti a scuola. Mi sono invece auto-finanziato le spese alle quali la famiglia non provvedeva, facendo piccoli lavoretti in casa e dando ripetizioni di matematica alla sorella minore. Tutto questo è risultato un’esperienza tutt’altro che banale, infatti ho finalmente realizzato il valore del denaro e del lavoro da cui il questo deriva, cosa che non mi era  chiara  prima, cui non pensavo.

L'apprendimento della lingua francese

Per quanto riguarda la lingua, il francese, prima di lasciare l’Italia, avevo seguito diverse lezioni private per apprendere le basi del francese, lezioni poi rivelatesi assolutamente fondamentali per capire questa nuova lingua. Inoltre, qualche settimana prima della mia partenza per la Svizzera, ho frequentato per tre settimane un corso intensivo di francese in una scuola internazionale a Parigi. Mi ero posto l’obbiettivo di raggiungere un livello B1 di conoscenza della lingua durante le tre settimane a Parigi, in modo di poter  comunicare nel primo periodo dell’esperienza all’estero. La scuola di Parigi tuttavia, è internazionale, e accoglie studenti provenienti da tutto il mondo, e tutti per studiare il francese, ma che nessuno  conosce bene e dunque, per facilità, la lingua che usavamo di più per comunicare fuori dalle ore scolastiche  era l’inglese, perche è decisamente più conosciuto dagli  studenti. Per questo, studiavo e parlavo francese solamente durante i corsi del mattino, mentre lo trascuravo durante tutto il resto della giornata, quando eravamo nella residenza o in giro per la città. Poiché comunicare in inglese era più facile ed efficace che in francese, al termine delle tre settimane ho ricevuto solo un certificato di livello A2 di francese, più basso di quanto mi fossi preposto di raggiungere.

I primi giorni in Svizzera  sono stati quindi estremamente duri poiché la mia lingua non era efficace, non essendo in grado di comunicare con gli altri. Per evitare situazioni come questa, l’AFS offre quattro settimane di corso di francese, ovvero  fino alla seconda settimana di scuola, grazie alle quali, in pochi giorni, la mia condizione è nettamente migliorata, ed alla fine della quarta settimana di corso ho finalmente ottenuto un certificato B1 di francese. Durante il primo mese di scuola il mio francese è enormemente migliorato, la famiglia ospitante ed io stesso ne eravamo stupiti. Anche la scuola, che di norma è tenuta ad essere comprensiva e transigente con gli studenti stranieri, notando questi cambiamenti ha cominciato a trattarmi come se fossi stato uno studente come tutti gli altri, i professori si aspettavano quindi che studiassi, facessi i compiti e partecipassi alle lezioni come gli altri. Grazie a quest’ ambiente stimolante, in cui mi era richiesto molto nonostante le ovvie difficoltà, durante i primi mesi ho raggiunto un livello di francese che mi ha permesso di integrarmi completamente con la classe. Inoltre, nonostante i miei voti nella maggior parte delle materie fossero già buoni  perché avevo già studiato in precedenza alcuni degli argomenti, ho raggiunto il primo vero successo a scuola poco prima delle vacanze di Natale, quando, in una verifica di letteratura, il mio voto è risultato più alto della media della classe. Per me è stata una vera soddisfazione perché in Francese, inteso come materia scolastica, si studiano i grandi Autori e le loro opere, scritte in un francese  più complicato di quello parlato, ed era quindi  la materia nella quale avevo più difficoltà.

La leggendaria scuola svizzera

Prima di arrivare in Svizzera temevo che le leggende sul suo sistema scolastico:assolutamente rigido, intransigente e fatto per formare i migliori lavoratori del mondo, fossero vere, ma dopo poco tempo mi sono reso conto che, benché gli argomenti affrontati fossero gli stessi che avevo incontrato in Italia,  qui venivano trattati in modo diverso. Gli insegnanti, e soprattutto gli studenti, hanno un metodo d’insegnamento e di studio meno rigoroso rispetto al metodo italiano, e che, a mio parere, priva gli studenti delle pur minime responsabilità. Nonostante le scuole siano ben finanziate e quindi fornite di ottimo materiale didattico, gli studenti sono poco stimolati perché viene richiesto loro molto poco, lo studio individuale è insufficiente, il materiale su cui si studia è eccessivamente semplificato e la quantità di informazione che viene loro richiesto di sapere è minima. In Svizzera le scuole superiori si dividono in scuole professionali, per un’educazione più indirizzata verso il lavoro che la carriera accademica, e in licei, di cui però ne esiste un solo tipo, e che forniscono agli studenti conoscenze generali moderatamente approfondite in tutte le materie. Inoltre tutti i licei della stessa regione seguono lo stesso programma, quello dal mio Liceo, è considerato uno dei più validi. In conclusione, benché il liceo che frequento sia considerato uno dei migliori in Svizzera, a mio parere la sua capacità educativa  è inferiore a quello del Malignani. Non posso certo  dire che le scuole italiane siano migliori di quelle svizzere, non conoscendo il livello generale delle prime, e considerando anche  che l’ottima qualità del Malignani potrebbe essere un’eccezione in Italia, ma sono veramente fiero di essere uno  studente del Malignani. Spero quindi di aver aiutato la reputazione degli italiani all’estero, per l’Italia stessa e per il mio futuro. Sito della scuola: clicca qui

Le mie conquiste

In cima al duomo di Milano con gli amici nel weekend
In cima al duomo di Milano con gli amici nel weekend

Durante tutto l’anno, ad intervalli più o meno lunghi, mi sono tenuto in contatto con la scuola italiana per rimanere sincronizzato con il programma che avrei dovuto seguire, soprattutto per quanto riguarda le materie con nozioni che saranno fondamentali per la quinta. Sebbene abbia studiato regolarmente e rigorosamente durante tutto l’anno qui in Svizzera, sono consapevole di non aver potuto raggiungere completamente gli obbiettivi dell’anno scolastico italiano, spero pertanto nella comprensione  e nell’aiuto della scuola Italiana al mio ritorno. Ritengo tuttavia sia però importante considerare che, nonostante le inevitabili lacune, oltre ad aver appreso un’altra lingua, durante questo periodo ho acquisito molte altre competenze. Ho infatti dato prova di potermi inserire ed adattare con successo in un contesto diverso dal mio; ho dimostrato di poter frequentare attivamente una scuola diversa, pur mantenendomi aggiornato, almeno in parte, con la mia. Ho provato inoltre di poter gestire i miei problemi personali, considerando certo di essere stato accolto da una famiglia premurosa, ma senza l’aiuto dei miei genitori. Infine durante quest’anno ho veramente sentito la mia testa crescere e maturare, un meccanismo che immagino sia naturale si attivi nel momento in cui la situazione lo richiede. Mi sento più grande e più forte, più pronto al futuro, che mi è diventato, soprattutto negli ultimi mesi, più chiaro. Grazie a questa crescita, durante l’anno sono stato in grado di capire e studiare argomenti che solo l’anno scorso non sarei mai stato in grado di affrontare, nonostante gli aiuti degli insegnanti. Penso quindi che se anche non dovessi acquisire  prima di settembre 2012 tutto il contenuto delle lezioni della quarta liceo in Italia, ora sono tuttavia in grado di affrontare l’ultimo anno nonostante le inevitabili lacune. Sono inoltre pienamente consapevole che l’estate che mi aspetta sarà dedicata, in gran parte, allo studio per mettermi alla pari con  le conoscenze mancanti e necessarie per la quinta liceo in Italia. Sarà un periodo che affronterò con diligenza e determinazione.

Le mie difficoltà

Non vi nascondo che durante l’anno ci sono stati momenti veramente duri dove non ero più sicuro di poter continuare questo progetto. Mi sentivo assolutamente solo. La mia famiglia, soprattutto nel periodo natalizio, mi mancava enormemente e vedere tutti gli altri felici mi rendeva ancora più triste, il che mi allontanava dalla famiglia di accoglienza che non capiva il perché di questa depressione. In quei momenti l’unica cosa che mi dava la forza per resistere era ricordare quale fosse il mio obbiettivo, e che nessuno, io compreso, mi avrebbe mai perdonato una sconfitta così.

Gli svizzeri

Gli Svizzeri amano infatti estremamente orgogliosi del loro paese, un piccolo stato che è sopravvissuto attraverso i secoli con le sue sole forze, uno stato che, malgrado le sue limitate dimensioni geografiche e la povertà di risorse naturali, a parte le risorse legate al turismo come le montagne e la neve è riuscito a creare ricchezza e benessere. Gli Svizzeri quindi  non sopportano quindi che il loro paese venga criticato o sminuito. Considero quest’aspetto degli Svizzeri una qualità  perché amare il proprio paese ci porta a  rispettarlo; questo  spiega ad esempio l’estrema pulizia delle strade svizzere. La caratteristica che può, a prima vista, rendere gli Svizzeri apparentemente scortesi è in realtà la loro timidezza, loro, infatti, non fanno mai il primo passo verso un’amicizia, una conoscenza, benché sia evidente la curiosità nei loro occhi.
Nonostante quest’aspetto, gli Svizzeri, una volta conosciuti, sono persone estremamente socievoli e sincere, il che rende le relazioni strette con loro molto autentiche. Una volta oltrepassata l’iniziale soglia della timidezza che li circonda, sono persone assolutamente amabili. Gli ultimi mesi dell’anno sono stati straordinari, e con alcuni amici sono entrato talmente in sintonia che a volte dimentico il fatto che sono  uno studente straniero e che prima o poi me devo andare.

Conclusioni

Quest’esperienza mi ha reso profondamente felice ed ha rappresentato una vera sfida grazie alla quale ho scoperto le potenzialità che ognuno di noi cela, ma che si svelano non appena una difficoltà si presenta e ci spinge verso il cambiamento, ci spinge a scoprire e ad affinare le nostre capacità. Io stesso sono rimasto stupito di come possiamo cambiare velocemente, sono quindi ansioso di gettarmi in nuove e stimolanti avventure.


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